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Manet: l'innovazione tecnologica al servizio dell’esperienza di viaggio

MANET@2x

“Un servizio utile risolve un problema concreto, attraverso una soluzione facile da adottare”. È una definizione del concetto di innovazione. È, ad esempio, Manet: un servizio per migliorare le esperienze di viaggio dei turisti in ogni angolo del pianeta. L’idea? Trasformare il telefono fisso installato nelle camere degli hotel in uno smartphone pronto all'uso e in un tour operator a 360 gradi con traduttore, cambia valute, servizio di prenotazione, guida disponibile h24. Dall'entusiasmo imprenditoriale di 5 romani under 40, nasce nel 2015 Manet, una realtà che oggi conta oltre 200 clienti in tutto il mondo. Un business nato nel luminoso scenario capitolino, oscurato dall’arrivo del Covid.

“Vedere Roma così vuota fa male – racconta Antonio Calia, CEO di Manet – qui, come in tanti altri luoghi d'arte, la pandemia ha quasi azzerato il turismo”. E l’Italia è stata la prima nazione in Occidente a subire gli effetti del lockdown sul comparto dell’hospitality: una perdita di quasi 10 miliardi di euro in soli 3 mesi. “Abbiamo deciso di reagire subito, potenziando la comunicazione digitale, grazie anche a Google Ads – racconta Marco Barbato, CPO di Manet – E aggiornare i potenziali clienti sulle nostre soluzioni”.

Un lavoro intenso: ascoltando gli utenti, i soci hanno capito che l’obiettivo per rilanciare il turismo era la totale digitalizzazione dei servizi. “Abbiamo attivato il check in e check out online che evita code in reception; lo stesso vale per la colazione: ora si può prenotare il proprio turno direttamente dalla camera, evitando assembramenti”. Anche un oggetto come la chiave ora si attiva con un clic sul telefono. “E la risposta degli albergatori è stata molto positiva”, aggiunge Marco.

Resilienza imprenditoriale. E un mix di creatività e competenze tecnologiche per rispondere alle sfide imposte dalla crisi. “Il primo passo è stato sviluppare un software personalizzato tramite Android, con tutte le informazioni specifiche sull'hotel e la possibilità di riservare posti in strutture esterne come ristoranti, musei, teatri”. E lo smartphone funziona anche come un telefono, “capace di navigare su internet o fare da traduttore. Così il turista ha un piccolo assistente di viaggio”, conclude Liparulo. “E senza i tools di Google non ce l'avremmo fatta”.

Manet è un acronimo che sta per “Mobile ad hoc network”. E richiama anche il nome del celebre pittore impressionista. Il riferimento artistico non è un caso: la culla della start-up ha un fascino millenario, come spiega Antonio Calia: “Roma è il luogo ideale per partire con una soluzione come la nostra. Ospita tra i più grandi acceleratori europei di start up e moltissime strutture turistiche”. Quando Antonio ha pensato a Manet, gli altri quattro futuri startupper erano ricercatori universitari. Oggi la sua azienda ha 20 dipendenti, clienti e finanziatori in Italia come all’estero. L'entusiasmo ha permesso a Manet di nascere e crescere. E rimane il motore per raggiungere ogni nuova tappa del suo viaggio.

“L’emergenza Covid è stata un colpo duro per tutti, noi abbiamo reagito subito, potenziando la comunicazione digitale, grazie anche a Google Ads. E questo ci ha permesso di tenere i potenziali clienti aggiornati.”

MARCO BARBATO, CPO, MANET

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